LP Black Time - Double negative (In the red, 2008)

E fanno tre. Lemmy Caution prosegue il suo stato di grazia con un disco prepotentemente contaminato ed emozionante, dove i Black Time fanno schiantare su scogliere il loro garage-noise fra richiami velvetiani e bridges psichedelici. Come una Luna in varie fasi di moti fra nuvole nere, vomitano la loro aggressività lo-fi, cambi di passo e scrigni inattesi, Jay Reatardiani in vari pezzi come capacità di scrittura, formano armature sixties farcite di umori alla Honeymoon Killers. Dopo, come un antico tesoro, giunge la sorprendente "A boring days for the boredom boys", che allucinazioni o meno, col suo impianto vocale da manifesto crassiano viene elargita su un arcano strato sonoro alla Factrix. Si prosegue decisi fino ad un'altra sorpresa, "I'm gonna haunt you when i'm gone", un mood quasi alla Mercury Rev in versione antichizzata e polverosa. Tutti gli altri pezzi sono sciabolate mirate, un compromesso fra la furia dell'esordio e il precedente Midnight World, ognuno di questi brani ha una particolarità stilistica che rende di infinite sfumature la luce di questo disco. I Black Time, formano un qualcosa che è via di mezzo fra espressionismo tecnologico sci-fi e garage-rock lo-fi rumorosamente trattato. La conclusiva "Backwards in black" fra sirene antiaeree e sonorità claustrofobiche, chiude col botto una delle migliori prove mai apparse su In the red. Gli inglesi son sbarcati in California, si salvi chi può.

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